Il Trasferimento

E' come una transumanza, un rito stagionale.

Puntualmente a giugno, più o meno verso la fine del mese, questa città si anima di un'agitazione improvvisa, come se l'estate, anziché cominciare, stesse invece terminando, o meglio come se ci si rendesse conto solo ora che, ma va'....?!? La gente che va al mare, il caldo, le luminarie per San Calo'..... esatto, tutto questo vuol dire che è già estate.

E così centinaia, migliaia di famiglie agrigentine vengono prese dalla frenesia del trasferimento: "domenica ci trasferiamo", "sono due settimane ci prepariamo al trasferimento" e via dicendo.


A me ha sempre dato l'idea di quei caravanserragli da vecchio west, quando due o tre generazioni, tutte insieme, si affannavano a caricare sui carri bambini e vettovaglie, e ancora cani, scorte di cibo e cimeli di famiglia.

C'è un po' la stessa ansia, la stessa ricerca di un mondo migliore, e in qualche maniera anche la stessa fuga da una vita che non ti da più modo di andare avanti.


Ovviamente non è che sia tutto uguale: al posto dei carri abbiamo moderne automobili (neanche troppo moderne, a pensarci, visto che sono perlopiù vecchie Golf o Panda, le macchine del mare), in grado quindi di fare 6 o 7 viaggi preparatori prima del trasferimento vero e proprio.
Questi viaggi non servono ad altro che a preparare il terreno, ossia ripulire, lustrare, rifornire le abitazioni, e ancora dissodare, innaffiare e piantare nuove begonie nei giardini.
Le donne di qui si danno un gran daffare, convocano figlie e nipotini, assumono donne ad ore, spendono in detersivi e fertilizzanti più di quanto non abbiano speso nel resto dell'anno, lavano e stirano il guardaroba  estivo di tutta la famiglia e ancora lenzuola, teli da mare.

Ma insomma, dove si trasferiscono? Presto detto: San Leone, frazione di Agrigento, giusto sotto i Templi, in tutto 5 km di distanza.

Io vivo qui da 4 anni e ancora assisto incredula a tutto questo trambusto (che ovviamente, poi, a fine estate si ripete uguale preciso: stesso daffare, stessa agitazione, solo la rotta invertita).
Cioè, ma a voi non sembra una roba da pazzi??? Comprare una casa al mare, in certi casi affittarne una (e anche a prezzi salati!!), per spostarsi di soli 5 km dalla propria abitazione di sempre??

Se glielo chiedi, loro ti rispondono che è molto più comodo così, che per chi ha bambini sfruttare una casa in riva al mare risparmia tempo ed energie, che ci si possono fare delle gran grigliate di pesce e che se ti entra qualche granello di sabbia in casa in fondo non ti disturba più di tanto.

Come dargli torto?!?! Quale persona sana di mente non investirebbe due o trecentomila euro per risparmiare 15 minuti di strada dua volte al giorno? Chi non preferirebbe pagare tremila euro nel mese di Agosto e farsi una bella carbonella, piuttosto che grigliarsi un triste pesce spada sulla piastra di casa??

Io, per parte mia, continuo a guardarli perplessa, col vago presentimento che sia tutta una questione di status symbol, ma con la grande gioia di potere, una volta l'anno, arrivare al lavoro e trovare tutto il viale sgombro delle autto dei trasferiti, e, finalmente, parcheggiare con tutto l'agio di una città svuotata.

5 commenti :

  1. Cara Iole,
    è sempre uno spasso leggere i tuoi post :)

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  2. il pretesto (gustosissimo al tuo solito) è ottimo per consigliarti un libro: Un filo d'olio, di Simonetta Agnello (ed. Sellerio). La "transumanza" è rito antico, anteriore all'aria condizionata: ti garantiva il respiro, mantenendo tutto sott'occhio. EVVABBE... oggi forse non ha più senso, tranne (forse) il perpetuarsi di una tradizione familiare, laddove non è meramente ostentazione di status (IO ODIO LE SECONDE CASE!!!!!!!!!!!!!!)

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  3. Si sono d'accordo con te! non ha senso!!
    Già solo tutta la fatica che hai elencato, a me farebbe passare la voglia!

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  4. Da non crederci!!!! Molto spassaso il tuo post!

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  5. Ahahahahahahhahahahahahahah...questa è talmente forte da non sembrar vera!
    -.-
    Io la gente, per fortuna mia..non la capirò mai!

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