Genitori

Scena 1: percorso che tutte le mattine affronto per andare al lavoro, tra le 8 e le 8.10: piccola salita, abbastanza ripida, alla cui sommità c’è da fare una brusca svolta a destra, per evitare le auto che arrivano nel senso opposto. Non lontano, il Liceo Classico: saranno neanche 20 metri dalla fine della salita, ma se uno proprio si vuole fermare davanti al portone, per via dei sensi unici deve percorrerne almeno 200.
E vi assicuro che ogni giorno trovo 2 o 3 auto che accostano (spesso senza neanche segnalarlo con le frecce) nel punto più rischioso di tutto il percorso, ossia dopo la salita, nella rientranza, in maniera tale che chi arriva da dietro ovviamente non li può vedere se non all’ultimissimo secondo, costringendoli a invadere repentinamente la corsia opposta con tutti i pericoli che ne derivano.


Perché tutto questo? Perché i preziosi pargoli (ricordate? Era un Liceo, non una scuola elementare) non possono essere lasciati 100 metri più avanti senza creare ingombro al traffico, né i tanto premurosi genitori possono allungare di 5 minuti il loro percorso e lasciare i figli esattamente davanti al portone.

Secondo voi questo è un problema di egoismo, di affettività male-indirizzata, di scarso senso civico?

Stamattina ho cercato di riportare a mente quale fosse l’oggetto delle lezioni di educazione civica, ma i ricordi che ho sono molto nebulosi: sicuramente era una materia del tutto marginale, un’ora a settimana (quando non veniva fagocitata dalle lezioni di storia), forse qualche volta si è parlato della Costituzione, ma poi? Il vuoto!
Eppure a me sembra che ci sarebbe ben motivo di reinserire questa materia anche nelle scuole superiori, che con un’ora di latino o di algebra in meno si sopravvive lo stesso, ma che di senso civico, in questo Paese, dovrebbero farci iniezioni quotidiane, e ai ragazzi razione doppia!

Scena 2: sono in ufficio a sbrigare la pratica di una felice famigliola che ho davanti. Alla bimba do qualche foglio di carta e degli evidenziatori per farle passare il tempo, ma evidentemente si annoia e comincia a canticchiare (in maniera del tutto tranquilla, peraltro).
Il papà la riprende (“mi fai venire mal di testa!”), ma lei, che ha 5 anni, dopo un po’ riprende a cantare.
(papà): se non smetti subito chiamo i Carabinieri!
(bimba): i Carabinieri?
(papà): ti vengono a prendere con la macchina e ti mettono in prigione!

Ora, non so voi, ma io spero che un giorno i miei figli, avvistando una volante o un distintivo, si sentano protetti, non minacciati..

Un pensiero latente, in bozza, ancora non ben delineato: e se il problema dell’Italia di oggi fossero i genitori??

3 commenti :

  1. ma una volta non era l'uomo nero o giù di lì a portar via i bambini? O_o effettivamente potrebbe vederli come una minaccia da grande. Non so se il senso civico esista ancora o meno, fatto sta che ho visto gente parcheggiare in tripla fila per andarsi a bere il caffè al bar, non preoccupandosi del pericolo che possono comportare.
    E' menefreghismo... sempre più menefreghismo!

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  2. Purtroppo credo che non basti qualche ora in più di educazione civica a scuola per insegnare il modo di vivere civile alla gente e ai ragazzi!
    Quello che siamo è il frutto di ciò che c'è stato trasmesso, per cui se questi ragazzi sono portati a scuola da genitori che affrontano un senso vietato pur di lasciarli davanti al portono, anche loro, appena patentati fanno lo stesso.

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  3. boh boh boh.. ma se non bastano le lezioni, e gli esempio sono chiaramente quelli sbagliati.. che fine faremo?

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