Sono già qui che fremo al pensiero del Natale, in pratica..
Però oggi volevo considerare una festa che qui solitamente trascuriamo: il Ringraziamento o Thanksgiving. Sì, okay, è normale che in Italia non lo si celebri, ma, mi chiedevo, perché ci diamo tanto da fare a impiastricciare i bambini per Halloween e a nessuno importa nulla del povero Ringraziamento?
Mi sono documentata: la festa, quella originale, nasce dal fatto che i famosi Padri Pellegrini, arrivati sulle coste americane dopo una navigazione tormentata, andarono incontro ad un paio di annate davvero dure: i campi, appena seminati, non rendevano a sufficienza, gli inverni furono particolarmente rigidi, e la loro già piccola comunità si ridusse ancora di più.
Finalmente, il terzo anno il raccolto fu abbondante: pensarono quindi di celebrarlo, rendendo grazie al Signore per la benevolenza accordata, e quei cibi consumati all'epoca sono diventati quelli tipici dei pranzi del Ringraziamento di oggi: tacchino ripieno, crostata di zucche, salsa di mirtilli..
Ringraziare.. anzi, alla lettera, "rendere grazie"..
Ecco, la riconoscenza è forse uno dei sentimenti che al giorno d'oggi dimentichiamo sempre più facilmente. Come la gentilezza, sembrano concetti polverosi appartenenti quasi ad un'epoca lontana, giusto quella dei Pellegrini.
Eppure, ringraziare è un atto così bello! Allieta chi viene ringraziato, e rasserena anche chi ringrazia..
Ricordo l'Ultima lezione di Randy Pausch: tra le tantissime cose che si possono imparare da lui c'è anche l'idea che "la gratitudine è una cosa molto semplice e potente"
Ora me la riguarderò per l'ennesima volta, mi siederò in poltrona con la mia tazza di tè e penserò a tutte le cose per le quali mi sento grata...
E voi... per cosa siete grati?
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