Oggi è una giornata tranquilla: fuori c’è il sole e i clienti avranno ben pensato di andarsene a spasso anziché chiudersi in questi uffici con la luce artificiale a parlare di soldi (che danno problemi quando non ci sono; ma creano ansie e aggressività quando ci sono).
Io invece sono qua con un cassetto pieno di creme, burrocacao e dolcetti, e una camicia di seta color tortora che mi fa sentire professionale, e graziosa, e anche romanticamente retrò. Ogni tanto la radio ci riposa dall’alejandro-alejandro e ci regala qualcosa di più melodioso.
Dopo aver letto le riflessioni di Sarah sulla femminilità, in ritardo, mi viene da chiedermi perché questo tema non mi abbia mai sfiorato.
In vita mia ho desiderato tante volte di essere diversa: più magra, più alta, più dolce, più amichevole, più disinvolta.. più “femminile” credo non mi sia venuto in mente mai.
Cosa vuol dire essere femminile? Leggendo Sarah, leggendo i commenti al suo post, è venuto fuori che una donna è femminile indipendentemente da quello che indossa, e okay, e che sprigiona femminilità solo chi è sicura di se stessa. E okay, direi, ma la sicurezza a questo punto mi pare un pre-requisito, non certo una caratteristica.
E allora? Ci ho pensato, davvero. Sono anche andata a far ricerche sul web, e tutte le immagini che mi ha restituito erano quelle di donne decisamente sexy, ma in chiave aggressiva, che secondo me è piuttosto l’antitesi della femminilità.
Ecco, a mio avviso la femminilità è una condizione intima, uno stato interiore, legato sì alla capacità delle donne di farsi amare, ma anche della nostra capacità di prenderci cura di chi amiamo, di diventare madri.
La femminilità va letta fra le righe, tra un portamento e un’espressione del viso, tra un discorso e un modo di camminare. Una donna può essere femminile anche quando è sola, lontana da sguardi estranei.
Insomma: d'ora in poi desidererò anche di essere più femminile..
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